I tendini sono robuste strutture fibrose dal colorito madreperlaceo che legano i muscoli alle ossa o ad altre strutture di inserzione.
I tendini nel nostro corpo non sono tutti uguali: esistono infatti grosse differenze anatomiche che possono coinvolgere forma, vascolarizzazione, lunghezza ecc.
La principale funzione dei tendini è quella di trasmettere la forza esercitata dai muscoli alle strutture alle quali sono connessi. Per sopportare tutte queste sollecitazioni, spesso violente, i tendini sono dotati di un’elevata resistenza e di una minima elasticità.
Così come i muscoli, anche il tendine reagisce agli stimoli esterni adattandosi e modificando le proprie caratteristiche. Il continuo processo di rinnovamento cellulare permette ai tendini di adattarsi gradualmente ai carichi di lavoro.
I tendini sono costituiti prevalentemente da collagene (fino all’85% del peso secco), il quale determina le proprietà meccaniche e fisiologiche di questo tessuto.
Per conservare l’integrità dei tendini durante il movimento dei segmenti ossei, è presente un particolare tessuto molle, detto guaina tendinea, che li riveste.
PATOLOGIE DEI TENDINI
La tendinopatia è la condizione clinica generica in cui viene coinvolto il tendine o le parti immediatamente adiacenti ad esso. La tendinite, invece, è il processo infiammatorio del tendine o, meglio, del peritenomio, cioè quel complesso di guaine connettive che avvolge l’intero tendine e i suoi fasci costitutivi.
La tenosivite, invece, si ha quando si è in presenza di un’infiammazione della guaina sinoviale che riveste il tendine.
Tendinite e tenosivite si manifestano, generalmente, in modo simultaneo.
La tendinosi, infine, definisce un processo degenerativo cronico del tessuto tendineo che diventa più debole e meno tonico soprattutto nelle persone anziane e in colore che continuano a sottoporre a sforzi eccessivi i tendini già infiammati. La rottura sottocutanea indica invece la lesione completa o parziale del tendine.
I fattori scatenanti la patologia sono diversi, alcuni predisponenti e favorenti (cause), altri aggravanti (concause) sulla patologia già conclamata.
Tra le cause se ne riconoscono fondamentalmente due e sono strettamente collegate da un punto di vista biomeccanico al gesto atletico specifico dello sport praticato:
- Intensità: es. eccessivo peso sollevato, eccessiva velocità del singolo gesto.
- Frequenza: somma e ripetizione dello stesso gesto atletico che dev’essere ripetuto numerose volte all’interno del ciclo di allenamento.
Le concause, invece, possono essere intrinseche (dovute alla struttura fisica del soggetto) o estrinseche (cause esterne).
Intrinseche:
- Difetti di assialità: difetti di un segmento scheletrico, questi possono comportare un’eccessiva distribuzione del carico solo su determinati segmenti, cioè in modo asimmetrico.
- Disimmetrie degli arti inferiori: una differenza di lunghezza tra un arto e l’altro di almeno 10-15 mm comporta una non corretta distribuzione del carico con conseguenti possibili tendinopatie.
- Squilibri muscolari: squilibrio della forza tra gruppi muscolari agonisti ed antagonisti
Estrinseche:
- Allenamento non corretto: es. carichi non bilanciati, errata periodizzazione, recupero insufficiente.
- Materiali ed attrezzi non idonei: es. terreno di campi da gioco troppo pesante d’inverno e troppo secco d’estate.
Alcune delle patologie dei tendini più frequentemente correlate allo sport sono:
- Sindrome del tunnel carpale
- Tendinite del polso
- Gomito del tennista/golfista
- Ginocchio del saltatore
- Tendinite achilleo.
Le patologie più frequentemente correlate all’attività lavorativa sono invece:
- Tendinite della spalla
- Epicondilite
- Tendinite mano-polso
- Sindrome del tunnel carpale
- Dito a scatto
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